mercoledì 11 agosto 2010

3 La fede del farlocco

Ora, se c'e' qualcosa che ai farlocchi piace, ma piace proprio tanto, sono i martiri. Il culto dei martiri e' la religione dei farlocchi. Prima di tutto perche' ti permette di rispondere all'atroce domanda: "Se ho ragione io, e se quelli come me hanno tutti ragione, come mai non riusciamo a combinare un cazzo?" La risposta te la fornisce la biografia del martire - perche' in questo mondo malvagio i buoni vengono uccisi dai cattivi. La biografia, nota, non il pensiero o gli scritti, che mettersi a leggerli e' una cosa troppo complicata per chi ha fame di simboli e gesti. E quindi via in processione, anzi a portare omaggio al caduto, che e' poco rischioso, non richiede nessuna proposta costruttiva (che e', volete parlare di politica ad un funerale?). E il martire ti benedice con la sua presenza, se stai nella sua ombra acquisisci l'aura di quello che non puo' essere criticato, perche' la nobilta' degli ideali del martire si trasmette automaticamente ai suoi devoti fedeli. Nel 1995 viene ucciso Itzak Rabin. Ecco il martire.
Rabin, e anche questo tocca ricordarlo, era un duro. Durante la Guerra di Indipendenza gli inglesi lo tennero prigioniero per cinque mesi, tanto lo temevano. Ha diretto la conquista di due citta' arabe della costa. Nel 1968 e' stato uno dei primi a entrare a Gerusalemme, citta' che per tutta la sua vita non ha mai considerato divisibile. Durante la prima intifada e' stato Ministro degli Interni e tutto il mondo dei farlocchi gli attribuiva l'ordine di far spezzare le ossa ai bambini palestinesi. Ha pure ricevuto onorificenze da Reagan. Ma siccome nel 1995, nel corso di trattative di pace, e' stato ucciso in circostanze grottesche (che ricordano le peggiori mene dei servizi segreti italiani) eccolo trasformato in martire.
Siccome e' stato martirizzato lui, e' fallita anche la trattativa di pace che stava conducendo. E via con la contemplazione del destino cinico e baro, e con lo autocompiacimento cosi' caratteristico del farlocco, che ha sempre ragione e non vince mai. Tutto da dimostrare, peraltro, che il processo di pace in cui Rabin era impegnato, i famosi accordi di Oslo, stesse portando da qualche parte. Ma questo e' un altro discorso. Il fatto e' che l'asssassinio di Rabin e' entrato in quella tragicomica epopea che e' la farlocchizzazione del medio oriente.
Nella visione farlocca di Israele ci sono i buoni, che sono ovviamente di sinistra, e che vogliono la pace con i palestinesi, che sono i buonissimi. Quelli che si oppongono ai buoni sono i cattivi e sono ovviamente di destra e sono al soldo dei cattivissimi, che sono gli americani evangelici. Il farlocco che ha studiato sa che il capitalismo ha una origine protestante e che quindi i cattolici sono contadini poveri espropriati dagli usurai. Poi poco conta che proprio dalle schiere della sinistra israeliana viene il grosso degli ufficiali: il farlocco non ha tempo per questi dettagli, per lui la realta' e' il campo in cui il suo radar dispiega la propria potenza analitica e traccia la linee tra buoni e cattivi. Cuore tempo fa  regalo' ai lettori un curs de lumbard per terun, che consisteva in una cassetta registrata, con la voce di Bossi che ripeteva Pivetti ... bella; Bindi ... bruta; centralismo .... male; federalismo ... bene. Il farlocco ragiona allo stesso modo sinistra ... pace ... bene; destra .... guerra ... male; Arafat .... povero e debole .... pace; Israele .... ebrei .... guerra... male.
La religione della Memoria si e' venuta cosi' a saldare al culto del martire Rabin. Ma nel frattempo, tanto per cambiare, la sinistra ha perso le elezioni, poi le ha quasi vinte, al ministero degli esteri si e' piazzato un certo D'Alema, uno che non vede l'ora di dividere il mondo ebraico italiano in fedeli a lui e nemici della pace. E dopo un po' pure D'Alema e' scomparso, inghiottito dalla ulteriore sconfitta della sinistra italiana.
Nota bene, e per essere chiari. Alla religione della Memoria ho creduto anche io. Probabilmente rifarei le stesse scelte ancora adesso, votando per chi ho votato e facendo politica come la ho fatto. Mi stavano a cuore i diritti dei Rom e per sostenerli mi sono pure sopportato il consigliere di AN, ex MSI, che cercava di cambiare discorso e mi ha clamorosamente chiesto scusa in quanto italiano. Come era comodo parlare degli ebrei ed evitare l'argomento zingari. E siccome chi si batteva per i diritti dei Rom stava a sinistra, e pure io stavo a sinistra, capitava di parlare di medio oriente e io mettevo in chiaro che credevo al progetto Due popoli due Stati. Ora che te lo ho chiarito, possiamo tornare a parlare di quella stronza della maestra che non vuole la piccola Rom in classe? No che non torniamo. Continuiamo a parlare di medio oriente. Di attentati suicidi. Di bambini palestinesi. Mi dava, piu' o meno, fastidio, ma non riuscivo a trovare un posto migliore in cui stare, dove ci fosse gente che voleva fare le cose che volevo fare io.
Quanto ai Rom stessi, questo e' un altro capitolo - per farla breve, loro votavano, quando votavano, Polo della Liberta', o addirittura Lega, tutto dipende dal politico che veniva, come la vecchia DC, a chiedere il loro voto, promettendo questo o quel favore, e spesso mantenendo la promessa. Roba da Prima Repubblica. La promessa non riguardava quasi mai le scuole per i bambini, che peraltro non erano proprio una priorita' per i Rom negli anni Novanta, dopo la brutta esperienza delle scuole Latcho Drom ovvero classi differenziate. Peraltro: visto come venivano trattati i bambini, dentro le scuole dei gage [=non Rom], mica c'era da dar loro torto se cercavano di tenerceli lontani.

[quarta parte qui]

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